Dopo anni di lotta senza quartiere alla coltivazione di canapa, derivanti anche da una parziale conoscenza dei molteplici aspetti positivi legati all’utilizzo di questa pianta, l’evoluzione normativa ha finalmente raggiunto una buona stabilità.
Coltivare canapa light non è più un tabù, anzi. È diventata un’opportunità che deriva dal sempre più ampio apprezzamento riservato ai numerosi utilizzi della canapa che spaziano dal tessile alla cosmetica, dall’industria alimentare a quella farmaceutica.
Un’unica pianta per molteplici benefici
La coltivazione della canapa ha riportato alla luce tradizioni che, in Italia, così come in altri Paesi, erano scomparse a causa di restrizioni che avevano raggiunto il risultato di accomunare, nella percezione generale, ciò che è illegale da ciò che non solo era legale, ma era un prezioso contributo all’agricoltura e alla filiera della qualità italiana. La possibilità data inoltre di potersi dotare di impianti di trasformazione ha offerto un’ulteriore opportunità per consentire la sostenibilità di questa attività.
Ma come si può coltivare la canapa light in Italia e perché viene definita canapa light?
Intanto occorre premettere che con l’entrata in vigore della legge 242/2016 la coltivazione della canapa light è diventata legale. Per poter coltivare canapa light in modo legale e senza preoccupazione alcuna di violare la legge, occorre che le piante di canapa coltivate contengano una presenza di thc – ovvero il principio psicoattivo della canapa – in misura percentuale non superiore allo 0,6%.
Per avere maggiore sicurezza sulla qualità del prodotto finale, è consigliato fare molta attenzione ai semi o alle infiorescenze su cui si intende costruire la propria attività di coltivazione di canapa light. Per questo, la cosa migliore, è utilizzare materia prima proveniente da uno dei Paesi dell’Unione Europea.
Coltivare canapa light indoor o in campo aperto?
La scelta fra una coltivazione di canapa light indoor o outdoor va fatta tenendo conto di diversi fattori.
Il primo è evidentemente di natura economica ed è riconducibile alle risorse di cui si ha la disponibilità.
Per le coltivazioni di canapa light in campo aperto occorre avere un terreno non necessariamente esteso. Anzi. Va detto che maggiore sarà l’estensione, più numerose saranno le attività di cura da dedicare alla fase di crescita della pianta e alla raccolta delle infiorescenze. Tenuto conto che si tratta di un’attività di coltivazione all’aperto, occorrerà tenere conto di tutti gli aspetti meteorologici, climatici ed ambientali tipici di tutte le attività agricole che non sempre si riveleranno favorevoli alla propria attività.
Coltivare cannabis light indoor
Decisamente diverso l’approccio se si decide di coltivare indoor. In questo caso, infatti, si opererà in un contesto più ‘protetto’. In un’attività indoor infatti non si dovranno affrontare le avversità climatiche e naturali che si riscontrano invece nella coltivazione nei campi. Si potranno gestire con maggior precisione tutte le fasi di semina, crescita, infiorescenza e raccolta. Per farlo occorrerà dotarsi oltreché delle materie prime necessarie, di un ambiente idoneo alla coltivazione delle piante, di vasi e terriccio necessari per contenerle. Non solo. Poiché l’illuminazione è un fattore determinante per la crescita della pianta, bisognerà avere attrezzature per l’illuminazione artificiale che consenta di irradiare le piante di canapa light in maniera costante, differenziando secondo le diverse fasi di crescita ed infiorescenza. Dotandosi infine dei locali e degli strumenti necessari per la successiva essiccazione.